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Piccola anteprima storica

La riflessologia plantare è una tecnica di medicina tradizionale cinese sulle quali origini non vi sono dati certi, gli unici che abbiamo dei quali possiamo dare una reale certificazione relativa all’occidente, sono gli studi del dott. William H. FitzGerald (1872 – 1942) fondatore della Terapia Zonale,

tecnica usata, per lenire i dolori attraverso le compressioni di alcuni punti. Il corpo viene diviso in 10 zone longitudinali, da linee che vanno dalla testa alla punta dei piedi e 3 orizzontali, tramite le quali si individua la zona da trattare in corrispondenza dell’organo sofferente da anestetizzare. Fitzgerald può essere definito come il precursore della riflessologia in quanto è dai suoi studi e dalla collaborazione con il dott. Joe Shelby Riley (1856 -1947) che la fisioterapista Eunice Ingham Dakota (1889-1974) sviluppò le sue ricerche e la sua teoria, trasformando la Terapia Zonale nella Riflessologia Plantare che conosciamo oggi.

Cos’è in pratica la Riflessologia Plantare?

relfexfitzgeraldÈ una tecnica che implica la stimolazione di punti ben precisi sulla pianta e sul dorso del piede, attraverso la pressione effettuata con le dita delle mani dell’operatore ed in particolare con il pollice. Le teorie sulle quali basa i fondamenti tale pratica sono principalmente due:

  • la stimolazione nervosa.

Quando parliamo di riflessi dobbiamo immaginare che ogni stimolo che arriva al corpo viene processato dal cervello e per arrivare ha bisogno di percorsi predefiniti che hanno un inizio ed una fine, ogni parte del corpo, organi e apparati hanno punti situati alle estremità del nostro fisico che se stimolati fanno partire questo messaggio, la propriocezione e la capacità del sistema nervoso centrale di percepire la posizione del corpo. Ad oggi come e quanto il cervello partecipi attivamente all’elaborazione del movimento originato dalla propriocezione è ancora oggetto di studio.

Il corpo è proiettato su ogni zona periferica in modo tale che la sua situazione generale possa essere sempre integrata e ascoltata da tutto il corpo.

  • il flusso energetico:

“Lo stato patologico si manifesta quando l’equilibrio energetico dell’individuo è alterato, e la malattia stessa contribuisce ulteriormente ad alterare tale equilibrio, dunque esiste una strettissima relazione fra lo stato psicofisico e l’equilibrio energetico dell’individuo, agendo sul primo si può indurre un miglioramento dell’altro e viceversa. Questo flusso energetico viene riconosciuto nel Qi (il Soffio).

qi

Il Soffio è animazione, anima e fa funzionare il nostro organismo.”

Appunti di ki-shiatsu Gruppo San Li

Potremmo quindi riassumere affermando che da un punto di vista orientale la Riflessologia Plantare cerca di riportare un equilibrio tramite la stimolazione del flusso energetico là dove, a causa di una qualsiasi patologia psico-fisica si sia creato uno squilibrio, dal punto di vista Occidentale, tramite la stimolazione nervosa, cerca di mandare impulsi al cervello per stimolare e risanare l’organo in difficoltà.

Ricordiamoci in fine che i piedi sono, non solo il nostro punto di contatto con il mondo, ma anche ciò che ci sostiene in esso.