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Quattro milioni di euro di investimenti, potenziamento delle linee produttive, una politica industriale green che porterà alla realizzazione di un percorso tematico “Alle sorgenti della vita”, di un parco fotovoltaico al fine di ottenere l’autosufficienza energetica, l’assunzione di 20 addetti per arrivare, a regime a 50, a cui si aggiungeranno fino a 500 posti di lavoro dell’indotto. Sono alcuni degli aspetti più qualificanti del Piano industriale della società Santa Croce, anticipati dallo stesso sodalizio dell’imprenditore Camillo Colella, pronto a tornare a imbottigliare l’acqua minerale della sorgente Sant’Antonio Sponga nello stabilimento di Canistro, in provincia dell’Aquila, dopo cinque anni di stop con la preziosa acqua che finisce nel fiume Liri. Santa Croce è ad oggi la concessionaria provvisoria della sorgente, in virtù del bando regionale del 9 febbraio del 2019. Si attende a breve l’esito dell’esame della documentazione da parte del Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale, ai fini dell’ottenimento della concessione definitiva. L’anticipazione di alcuni contenuti del Piano industriale risponde ora alla volontà da parte della società di inaugurare una nuova fase. “Una volta ottenuta la concessione definitiva – spiega il patron Colella – riavvieremo la produzione entro 90 giorni. Dopo anni di scontri siamo i primi a voler voltare pagina, mettere da parte le polemiche e la conflittualità che ha segnato questi anni. Il nostro interesse è solo quello di tornare ad imbottigliare qui a Canistro una delle migliori acque minerali d’Italia, che da cinque anni si riversa inutilizzata nel fiume Liri. D’ora in avanti vogliamo solo lavorare con determinazione e serenità per la crescita dell’azienda e del territorio, creare lavoro e sviluppo, a maggior ragione ora che tutti devono fare la propria parte per superare la drammatica crisi sanitaria ed anche economica e occupazionale causata dalla pandemia del coronavirus. A dimostrarlo è proprio l’ambizioso Piano industriale che abbiamo presentato e che ci siamo motivati a rispettare”. Santa Croce è stata già concessionaria della sorgente, fino alla revoca dell’aggiudicazione da parte della Regione Abruzzo nel 2015 a seguito di un ricorso al Tar presentato dal Comune di Canistro per l’annullamento del bando: questo senza proroghe, per garantire la continuità produttiva e lavorativa, con la conseguenza che la Santa Croce è stata costretta a licenziare i 75 dipendenti. Atto impugnato dalla Santa Croce e per il quale è in corso con l’Ente regionale un serrato scontro in sede amministrativa e penale e civile. Aspetti salienti del Piano industriale sono infatti l’investimento di 4 milioni di euro che incrementa a 50 milioni di euro complessivi l’attuale patrimonio della Santa Croce a Canistro, comprensivi di sito industriale, condutture, linee produttive e varie attrezzature. Voci più consistenti per il nuovo investimento sono 1.489.550 euro per la realizzazione di un grande impianto fotovoltaico, utile all’auto approvvigionamento energetico del sito produttivo, 2.200.000 euro spalmati in cinque anni di investimenti per pubblicità, marketing e comunicazione, fondamentali per rilanciare in grande stile l’acqua minerale a marchio Santa Croce di Canistro, 300 mila euro per i lavori di rifacimento del manto stradale nelle aree adiacenti allo stabilimento. Il Piano prevede una media di 20 addetti, per arrivare, a regime, ai 50 addetti. L’indotto è stato quantificato tra i 450-500 addetti ricomprendendo fornitori di materie prime, logistica e trasporti, manutenzioni, servizio di pulizia, distribuzione, consulenze legali ed amministrative. Prevista anche una nuova linea di imbottigliamento per contenere la grammatura delle bottiglie, garantendo così l’efficientamento dei consumi energetici. Parte integrante del Piano è poi la valorizzazione e potenziamento del Parco Santa Croce e del percorso tematico e didattico “Alle sorgenti della vita”, che comprenderà in un unicum la bellissima area verde attrezzata intorno alle sorgenti e anche lo stabilimento. “Elemento e principio qualificante del Piano industriale – spiega ancora Colella – è la sua alta valenza green, volta alla riduzioni di emissioni di Co2, al risparmio energetico, alla riduzione del consumo di plastica, e che si dispiega anche nell’aspetto turistico, didattico e culturale. Riteniamo infatti altamente strategico e qualificante anche la realizzazione del nuovo parco tematico. Una nuova attrazione, che potrà anche qui creare indotto e posti di lavoro, rivolta in particolare alle scolaresche: in essa sarà mostrato il ciclo naturale dell’acqua e la sua importanza come risorsa primaria per l’umanità. Nello stabilimento sarà in particolare illustrato come avviene il processo industriale di imbottigliamento e come vengono effettuati i vari controlli di qualità”. Il piano industriale prevede anche una forte sinergia con il tessuto produttivo del territorio, ad esempio attraverso la messa a disposizione della rete distributiva all’estero di Santa Croce, in modo da ottimizzare i costi e penetrazione commerciale delle imprese abruzzesi. Di valenza ambientale anche il progetto di installazione presso i principali clienti di Santa Croce, di eco-stazioni della tipologia “reverse vending machine” per il riciclo della plastica, ovvero distributori automatici che restituiscono monete in cambio dell’inserimento bottiglie di plastica.

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