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SULMONA – “In un’ottica di coesione territoriale amministrativa come la ipotizzavamo dall’alto Sangro fino a Popoli, ci sarebbe stata, e c’è, l’opportunità di “ripensare” anche la diocesi e irrobustirla per la sua sopravvivenza, anziché lasciarla abbandonata a se stessa ed a una riforma calata dall’alto, come prima o poi accadrà anche ai comuni dell’entroterra”. E’ quanto scrive in una nota il Vice Presidente dell’associazione Ripensiamo il Territorio Gianni Natale, all’indomani dell’allarme lanciato dal vescovo di Sulmona-Valva Angelo Spina sul riordino delle diocesi in Italia. Secondo la riforma la diocesi di Sulmona-Valva rischia la soppressione dopo 1500 anni di storia. Potrebbe essere infatti accorpata alla diocesi di Avezzano. “Siccome la speranza è sempre ultima a morire speriamo che si possa a breve iniziare, entro i 100 giorni dall’elezione dei nuovi amministratori, un percorso di coesione territoriale in tutto il Centro Abruzzo, che come ipotizzammo guardando le mappe del nostro progetto e della stessa Diocesi vedrebbe quasi una sovrapposizione naturale e che comprenderebbe più dei famosi 90 mila abitanti necessari a mantenerla integra. Le soluzioni ci sono e sono nelle nostre mani da tempo ed ogni ritardo è un atto quasi criminale”, incalza Natale che evoca la “spes contra spem”, niente speranze retoriche e vuote, ma strategia e progetti. Facendo appello a Papa Francesco, il vescovo di Sulmona nei giorni scorsi ha ricordato che la diocesi “si trova in un territorio, il Centro Abruzzo, con grandi potenzialità, ma impoverito per un preciso e calcolato disegno politico, che lo sta rendendo sempre più periferia geografica e soprattutto periferia esistenziale”. In effetti dopo il Tribunale, ospedale e il ridimensionato dei servizi essenziali, ci mancava solo la diocesi.

Andrea D’Aurelio

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