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SULMONA – Anche quest’anno come l’anno scorso. Nella festa dei lavoratori si pensa al lavoro perso e a quello da riconquistare anche perchè, si sa, c’è davvero poco da festeggiare. Parlano chiaro i dati che arrivano dal Centro per l’impiego della città di Sulmona. Gli iscritti alle liste di disoccupazione (riservate a chi ha perso il lavoro) e inoccupazione (chi non lo ha mai lavorato) sono 9mila e 706; quelli negli elenchi di mobilità (cioè usciti dal circuito produttivo) sono 821, con l’87% di loro (ben 715) destinati a restare presto senza paracadute e aggancio alla pensione. Ma scorrendo i dati viene fuori che i disoccupati dai 35 ai 65 anni sono più di 5mila, cioè più della metà del totale. Proprio il 2017 è l’anno del decimo anniversario del grande sciopero della Valle Peligna e del Centro Abruzzo. Era il 23 marzo 2007 quando sindacati, istituzioni e cittadini scesero in piazza contro la crisi occupazionale. Le misure annunciate non sono arrivate o sono rimaste sulla carta, come il protocollo di intesa firmato al ministero dello Sviluppo economico il 20 febbraio del 2008. Passaggio obbligato per l’ottenimento di fondi e sgravi straordinari, poi ridotti al Fas per la Valle Peligna di circa 17 milioni di euro, nemmeno spesi tutti. Rispetto al 2007 il dato della disoccupazione giovanile superava di poco il 20 per cento, ora salito al 30, che indica un aumento di dieci punti percentuali rispetto agli anni precedenti. Una corsa spaventosa fatta all’inverso, scivolando nel pericoloso baratro della fine degli ammortizzatori sociali. In Centro Abruzzo, infatti, è salito a 10.527 il numero (raddoppiato in un anno e pari ad un terzo dei residenti in età lavorativa) di chi non ha un lavoro o l’ha perso di recente. Numeri che devono indurre a una riflessione e, a parlare e riflettere del tema lavoro, non solo in campagna elettorale.

Andrea D’Aurelio

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