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SULMONA – Sono circa 20 i capannoni vuoti nel Nucleo Industriale cittadino. Ciò che resta di una industrializzazione selvaggia e poco lungimirante che, negli anni del boom, ha sottratto terreni a una fiorente agricoltura per “sacrificarli” nell’altare dell’industria. Ora quei capannoni vuoti potrebbero ospitare anche attività commerciali e non senza polemiche. Come sta già facendo discutere il progetto della Regione di un regolamento unico per la gestione dei consorzi industriali, passati sotto la competenza dell’Arap (Agenzia Regionale delle Aree Produttive). L’esigenza di produrre un regolamento standard appare necessaria per dare una linea comune alla gestione commerciale delle singole aree industriali. L’argomento, infatti, è tornato al centro dei riflettori dopo l’approvazione della variante alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore del nucleo industriale di Sulmona da parte del Consiglio Provinciale. Le novità introdotte nel provvedimento riguardano la possibilità di inserimento, in ogni lotto, di un negozio di vicinato, la possibilità di realizzare, nelle aree con destinazione già commerciale, strutture di vendita fino a 2500 metri quadri, la facoltà di ampliare gli edifici esistenti secondo le premialità e i parametri previsti dalla legge 49 del 2012 e l’apertura alle altre destinazioni d’uso, in tutti gli edifici esistenti. Il nucleo industriale sulmonese si estende su 730 ettari, su cui sorge il Consorzio per lo sviluppo dell’area, che venne costituito nel 1970 dal Comune di Sulmona, dall’amministrazione provinciale e dalla Camera di commercio di L’Aquila. È nato come un ente pubblico economico, con lo scopo istituzionale della promozione di un’area che comprende 35 Comuni del comprensorio.

Andrea D’Aurelio

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