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L’Abruzzo, come anche il resto dell’Italia deve capire che  “edifici costruiti con sassi e mattoni non possono resistere in alcun modo alle enormi forze generate da un terremoto”: costruzioni del genere si possono proteggere “solo adottando una struttura che isola l’edificio al livello delle fondazioni”, ma che è una soluzione molto costosa, improponibile per semplici abitazioni. Così Taro Yokoyama, professore associato alla Shibaura Institute of Technology e responsabile della LowFat Structures, società attiva nel campo della progettazione e della ristrutturazione di edifici anti-sismici, sulla situazione dell’edilizia abruzzese.

“Non conosco bene la situazione degli edifici in Abruzzo ma essendo molto antichi il pericolo di crolli è alto poichè le strutture costruite in pietra e mattoni non hanno la necessaria elasticità per resistere a sollecitazioni di forte entità.

Il Giappone ha maturato una enorme esperienza nelle realizzazione e nell’adeguamento antisismico delle case, dei palazzi e dei grattacieli a causa della frequenza dei  gravi terremoti che colpiscono il paese, afferma Yokoyama che abbiamo raggiunto via Facebook,  le tecnologie costruttive hanno subìto profondi cambiamenti nel corso degli anni”.

“è importante un continuo dialogo fra autorità e tecnici per mettere a frutto le nuove tecnologie: in Giappone,” spiega, “i principi guida sono contenuti nei New Earthquake-Resistant Construction Standards, la cui idea portante è quella di proteggere le vite umane evitando il crollo degli edifici. In ogni caso quando ci sono modifiche nelle normative vengono immediatamente comunicate e i progettisti devono prevederle nei loro progetti”.

 

L’ingegnere giapponese sottolinea come la filosofia che guida la progettazione di nuovi edifici deve essere ‘flessibile’, ovvero bisogna adottare soluzioni costruttive e scegliere i materiali in base al tipo di edificio da realizzare: “In Giappone – spiega – abbiamo, un laboratorio per simulare sui vari livelli di intensità la resistenza di edifici, costruiti in scala reale nei vari materiali, dal legno al cemento armato, e dimensionare la progettazione in base ai risultati ottenuti. Non c’è un materiale più sicuro di altri: l’importante è che la struttura e l’altezza dell’edificio si adattino ai materiali prescelti”.

Non è un caso, d’altronde, spiega l’esperto, che “gli edifici antichi giapponesi che sono sopravvissuti ai giorni nostri sono costruiti in legno, un materiale ‘morbido’ in grado di resistere alle scosse di un terremoto”.

 

Il terremoto avvenuto a L’Aquila nel 2009 ed il più recente di Amatrice hanno reso palese ciò che gli esperti sismologi affermano da tempo ovvero che il Centro Italia è una zona ad alto rischio sismico, ciò significa che nonostante non si possa prevedere il “quando” è certo che terremoti di grave entità continueranno ad avvenire.

Attuare una reale politica di prevenzione partendo da controlli serrati in fase di costruzione di edifici nuovi e rinforzando i vecchi edifici sfruttando le piu’ recenti tecnologie,  prendendo spunto da paesi come il Giappone che hanno una lunga esperienza nel campo dei terremoti, ed educare alla consapevolezza la popolazione sembra essere una buona soluzione se non l’unica per limitare i danni ai patrimoni culturali e salvare quante più vite umane.

 

Marco Malvestuto

fonte notizia adnkronos

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