Come ogni anno, il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) ha concluso il monitoraggio sul camoscio, fondamentale per definire il numero minimo degli individui, registrare fluttuazioni annuali, evidenziare criticità nella popolazione e analizzare i trend demografici. I dati del 2020 non si discostano molto dagli anni precedenti e descrivono una popolazione stabile e in equilibrio, con parametri vitali tipici di una popolazione storica. Nel Parco vivono almeno 675 camosci: nel 2020 sono nati 138 cuccioli, 92 quelli nati nel 2019, con tasso di sopravvivenza nel 2020 del 75%, il più alto dal 1998. Alcuni settori del Parco mostrano parametri di popolazione particolarmente dinamici, come il massiccio del Marsicano dove è stata registrata una crescita esponenziale dei branchi, con tassi riproduttivi più elevati rispetto al resto della popolazione. Il Parco ha raddoppiato le giornate dedicate ai conteggi per estendere il monitoraggio nelle aree di recente colonizzazione del camoscio. La ricolonizzazione e la rapida crescita sul monte Marsicano, la stabilità della popolazione nei settori storici dell’areale, la disponibilità di habitat idonei, nel Parco e area contigua, mostrano l’importanza delle azioni di conservazione, come la riduzione delle fonti di disturbo nei periodi più delicati della vita del camoscio, azione portata avanti con restrizioni temporanee sull’utilizzo di alcuni sentieri. E’ stato possibile salvare la specie anche con operazioni di reintroduzione dagli anni ’90 nei massicci della Maiella, del Gran Sasso, dei Sibillini e del Sirente-Velino. In estate e in autunno il personale del Servizio Scientifico e del Servizio di Sorveglianza del Parco si dedica al monitoraggio. La popolazione di camoscio conta oltre 5000 individui in tutto l’Appennino, ma questa sottospecie, non ancora uscita dal rischio di estinzione, continua a essere protetta da leggi e normative, nazionali ed europee. Il monitoraggio nel Pnalm si svolge attraverso le conte in simultanea: metodo che permette di determinare il numero minimo di individui presenti in un’area e acquisire parametri come indici del successo riproduttivo e di sopravvivenza al primo anno di vita.