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Esentare totalmente dal pagamento della TARI 2021 le attività più colpite dall’emergenza epidemiologica e dai conseguenti provvedimenti restrittivi: questo il contenuto della proposta formulata oggi da Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio e Americo Di Benedetto (Gruppo consiliare “Il Passo Possibile”) e respinto dalla maggioranza di centrodestra.

A fronte  delle limitate riduzioni stabilite dalla Giunta Comunale, “Il Passo Possibile” ha avvertito l’esigenza di fare di più ed in particolare di raccogliere il recente invito del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, di esentare dal pagamento della TARI tutte quelle imprese che, anche nel 2021, saranno costrette a chiusure dell’attività o a riduzioni di orario e quelle che, pur rimanendo in esercizio, registreranno comunque un calo del fatturato e quindi dei rifiuti prodotti.

Un’agevolazione rivolta soprattutto alle palestre, agli alberghi, a tutte le attività di somministrazione di alimenti e bevande (ristoranti, pizzerie, bar) nonché di divertimento (cinematografi e teatri) e possibile non solo in considerazione di quanto disposto dalla Legge, ma anche della situazione finanziaria del Comune.

La proposta prevedeva, infatti, di introdurre nel regolamento per la disciplina della tassa sui rifiuti una cosiddetta agevolazione “atipica” ai cui oneri (nel caso specifico 750 mila euro circa) si sarebbe potuto far fronte non gravando sui contribuenti, bensì attingendo alle risorse del Bilancio quali l’avanzo di amministrazione derivante dal rendiconto 2020 (in approvazione entro il mese di aprile 2021) che per il Comune dell’Aquila è stato stimato in oltre 11 milioni di euro come parte disponibile.

Per gli esponenti del Gruppo consiliare “Il Passo Possibile”, dunque, è stata persa un’occasione per aiutare realmente le attività commerciali in difficoltà, come pure le realtà sportive locali oggetto di un’ulteriore proposta anch’essa bocciata dall’Amministrazione Biondi.

Relativamente a quest’ultime il riferimento è all’emendamento al Bilancio con il quale è stato chiesto di destinare tutto quanto inizialmente previsto come spesa per studi ed incarichi di consulenza all’istituzione di un fondo di sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche (ASD) che operano nel territorio comunale e continuano a garantire la propria attività in favore delle famiglie in difficoltà economica a causa del COVID-19 senza chiedere alcuna contribuzione per il servizio sportivo prestato.

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