Rita Innocenzi, sindacalista della Cgil, candidata al Consiglio regionale per il Partito democratico nel collegio provinciale dell’Aquila, alle elezioni regionali del 10 marzo, commenta la discesa in campo del manager della Asl provinciale dell’Aquila, Ferdinando Romano.
“Una replica della Direzione Asl alle posizioni espresse dal nostro candidato presidente, Luciano D’Amico è un fatto abbastanza singolare. Se la maggioranza regionale di centrodestra, nel tentativo di attrezzare una difesa rispetto alle mille inefficienze della Sanità, compreso il flop di Avezzano e altro denunciato dal nostro candidato alla presidenza della regione Abruzzo, Luciano D’Amico, fa scendere in campo il Direttore Generale, Ferdinando Romano, anche lui di Roma come il governatore Marco Marsilio, di FdI, allora evidentemente è messa male. Un comunicato stampa, sottolinea Innocenzi, a firma di un direttore generale della Asl, “scelto discrezionalmente dal centrodestra”, e che ha il sapore di un’analisi politica che, fatta in campagna elettorale, si spinge sino a presentarsi persino come propaganda se si pensa alla rappresentazione fantasiosa della situazione e agli annunci di una gara di appalto che, guarda caso, si dice venga chiusa entro questo mese di gennaio. Anche da questi elementi emerge come Marsilio, rispetto al grido di allarme sulla Sanità, a meno di due mesi dalle elezioni regionali, sia ormai con l’acqua alla gola. È pazzesco come possa scendere in campo un tecnico nominato prima dalla Lega e poi confermato da Fratelli d’Italia – prosegue Innocenzi – rimasto silente a tutte le richieste di confronto e che oggi si esprime peraltro fingendo di non sapere che nell’ospedale di Avezzano, approdo delle emergenze di tutta l’area, non c’è personale e non si tratta solo di primari ma di tutto il personale sanitario e che se ad esempio la Tac non funziona il sabato o la domenica è solo perché mancano gli operatori e si fa fatica a coprire i turni. Si possono avere le tecnologie più avanzate e gli edifici più belli e nuovi del mondo ma, se ti mancano medici, infermieri e in generale operatori sanitari, di questa innovazione non te ne fai nulla. Per non parlare poi delle conseguenze ormai dimenticate, ancora molto gravi rispetto a servizi e prestazioni, derivanti dall’attacco hacker del 3 maggio del 2022, un fatto gravissimo che ha messo in ginocchio l’intero sistema di assistenza e cura”.