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La Giunta regionale abruzzese, guidata dal presidente, Marco Marsilio (FdI), nella seduta di ieri sera a Pescara ha revocato la dichiarazione di pubblica utilità del project financing per abbattimento e ricostruzione del nuovo ospedale ‘Santissima Annunziata’ di Chieti, non sicuro staticamente e sismicamente, a causa di difetti di costruzione in due corpi di fabbrica, sgomberati negli anni scorsi. La delibera è stata presentata a sorpresa, fuori sacco, da parte dell’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì (Lega). Domani la questione viene discussa davanti al Tar dell’Aquila in seguito al ricorso presentato contro la Regione dalle imprese Icm, del gruppo veneto Maltauro, e A.b.p. Nocivelli di Brescia, che avevano presentato il progetto di finanza nel 2013. Non si conoscono le motivazioni che hanno portato alla revoca della pubblica utilità, visto, tra l’altro, che la delibera non è stata pubblicate e non è stata comunicata l’approvazione alla stampa. Secondo quanto si è appreso, la maggioranza di centrodestra avrebbe operato una rivalutazione dell’interesse pubblico, oltre a esprimere un parere di insostenibilità economica. La pubblica utilità, che dà il via libera alla gara comunitaria, era stata approvata nel luglio 2018 dalla Giunta di centrosinistra guidata da Luciano D’Alfonso, ora senatore del Pd, dopo un lungo braccio di ferro con la Asl Lanciano Vasto Chieti, tanto che la Regione Abruzzo, per velocizzare l’iter, ha avocato a sé la pratica datata 2013 con il presidente della Regione di centrodestra Gianni Chiodi. La necessità dell’intervento sull’ospedale di Chieti era emersa alla luce di perizie, inchieste giudiziarie e da un accertamento tecnico preventivo chiesto dalla stessa Asl al Tribunale di Chieti, che in particolare nel 2012 ha fatto emergere l’utilizzo di cemento impoverito nella realizzazione dei corpi di fabbrica C ed F. La pubblica utilità era stata concessa a un progetto che prevede un nuovo nosocomio con 498 posti letto, realizzato dal privato con un investimento di 119 milioni di euro. Lo stesso privato poi, nello schema del project, avrebbe incassato per 25 anni un canone di locazione da 12,2 milioni, e avrebbe gestito in proprio alcuni servizi. Il pronunciamento arriva a due giorni dall’udienza prevista davanti al Tribunale amministrativo regionale, chiamato a esprimersi nel merito del ricorso presentato da Icm e Maltauro, che chiedono di dichiarare illegittima “la perdurante inerzia” della Regione Abruzzo e della Asl nell’indire la gara pubblica europea, prevista nella dichiarazione di pubblica utilità del luglio 2018, ma che non ha mai avuto luogo. Nella gara europea le proponenti avrebbero goduto del diritto di prelazione. A istruire la pratica di revoca l’Avvocatura regionale, guidata dal dirigente Stefania Valeri, che aveva fatto parte dello staff di Luciano D’Alfonso, promotore del project, e dal direttore del dipartimento Sanità, Claudio D’Amario. La decisione di revoca della Giunta di centrodestra, spaccata al proprio interno sulla strada da imboccare, potrebbe ora portare alla richiesta di risarcimenti milionari da parte di Icm e Nocivelli. Contro il progetto da tempo si sono espressi Forza Italia e il Movimento Cinque Stelle, fautori di interventi pubblici sui due corpi e non sull’intera struttura.

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