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Ci auguravamo che, passata la “sbornia” da autocelebrazione per il passaggio del Giro d’Italia, il Presidente Marsilio e il Sindaco Biondi, per le rispettive competenze, si mostrassero degni dei ruoli che ricoprono, spiegando senza farfugliamenti come sia stato possibile che i dati sensibili di migliaia di cittadini e cittadine abruzzesi, nonché operatori ed operatrici della ASL1, siano stati trafugati dagli hacker senza grosse difficoltà apparenti. La sicurezza dei dati di cittadini e dipendenti dovrebbe essere una priorità assoluta di qualsiasi amministrazione pubblica; invece, dalle ultime notizie pare che le infrastrutture informatiche della ASL aquilana fossero interessate da falle non trascurabili, che gli hacker hanno prontamente sfruttato. Ancor più preoccupante è il fatto che, a distanza di giorni dall’attacco informatico, i sistemi di prenotazione ed erogazione servizi della ASL1 siano ancora in grossa difficoltà nel far fronte alle sacrosante necessità di cura degli abruzzesi: visite rimandate senza idoneo preavviso anche a persone che avevano affrontato lunghi viaggi per raggiungere le strutture; software e database vitali per lo svolgimento delle attività di cura ancora inservibili; centro prelievi ed ambulatori in pesante difficoltà nella gestione dei pazienti per impossibilità di accesso ai dati. Un sistema, insomma, tutt’altro che resiliente. Considerando che i bilanci consuntivi 2022 di tre delle quattro ASL abruzzesi (manca ancora proprio il bilancio della ASL1) continuano ad essere nettamente in rosso nonostante un aumento dei fondi nazionali in entrata nell’anno passato, viene da domandarsi come siano stati investiti in questi anni i soldi dei contribuenti da chi ha avuto la responsabilità, tanto in sede politica quanto in sede manageriale, di gestire la Sanità abruzzese. Come Circolo Sinistra Italiana L’Aquila da tempo denunciamo l’emorragia di risorse che interessano la ASL1 e il pressapochismo di chi la dirige. La vicenda dell’hackeraggio è solo l’ultima di una serie di problematiche di lungo corso che affliggono la sanità abruzzese: liste d’attesa infinite, strutture inadeguate a garantire i LEA, carenza cronica di personale, accentramento degli investimenti su pochi poli lasciando sguarnite ampie porzioni di territorio. È ora che la Giunta Marsilio, al governo ormai da quasi 5 anni, faccia un attento esame di coscienza e si assuma la responsabilità di invertire la rotta, se ne è capace. Dopo tre anni di pandemia in cui non si è fatto altro che parlare dell’importanza del Sistema Sanitario Nazionale, della necessità di finanziarlo adeguatamente, e della medicina territoriale e diffusa come orizzonte a cui tendere, non ci stiamo a rimanere testimoni inermi del disfacimento della sanità abruzzese.

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