banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner

“Che fosse una legge di buon senso in grado di creare equità sociale e, nella sua interezza rivoluzionaria, ne eravamo certi. Una legge, quella sulle assegnazioni delle case popolari, fortemente voluta da Fratelli d’Italia con l’obiettivo ben chiaro di far cessare disuguaglianze ed irregolarità“. Lo sostengono in una nota congiunta l’assessore regionale al Patrimonio, Guido Quintino Liris, il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Guerino Testa e il segretario regionale del partito, Etelwardo Sigismondi. “Con stupore apprendemmo, infatti, nel dicembre 2019 – ricordano – l’impugnazione da parte del governo nazionale sulla norma che era stata da poco approvata dal Consiglio regionale. In più di anno di attesa abbiamo riposto grande fiducia affinché il parere dei giudici della Corte Costituzionale prevalesse sulle decisioni del Governo che hanno da subito assunto il sapore di una presa di posizione politica, evidentemente inappropriata. D’altronde, sarebbe stato assurdo – o meglio, ingiusto – se i cittadini stranieri non avessero dovuto certificare il loro reddito ed il loro patrimonio, potendo così precedere in graduatoria, in molti casi, i cittadini italiani costretti invece a denunciare fino all’ultimo centesimo. Una disparità in totale controtendenza rispetto ad una valutazione equanime di tutti gli aventi diritto ad un alloggio”. “In sintesi – spiegano – la Corte Costituzionale ha ritenuto legittimo l’onere a carico degli stranieri di produrre la documentazione reddituale e patrimoniale del Paese in cui hanno la residenza fiscale, ritenendo questo aspetto conforme alla Costituzione; ha ritenuto, invece, illegittimo l’onere a carico degli stessi cittadini di attestare l’assenza di proprietà nel Paese di origine in quanto tale adempimento è valutato irrilevante rispetto all’effettivo bisogno di un alloggio in Italia; è stato altresì ritenuto valido il principio circa il punteggio aggiuntivo in graduatoria sulla base della residenza protratta per più di 10 anni, nonostante i 6 punti previsti dalla norma vengano considerati ‘sopravvalutati'”. “Nel rigettare il ricorso dello Stato, la Corte Costituzionale ha chiaramente confermato la validità di una norma fondamentale per ripristinare in Abruzzo i corretti principi di legalità e di equità nell’assegnazione degli alloggi dell’edilizia residenziale pubblica. Il pessimo tentativo del Governo di bloccare una legge così importante, ha fatto perdere tempo prezioso, soprattutto rispetto alla grande necessità che l’Abruzzo ha di dotarsi una normativa chiara, giusta ed efficace sulla materia”. “Questo governo regionale ha, dunque, ben fatto – ne siamo fieri – e teniamo a ricordare l’incessante azione che Fratelli d’Italia ha condotto, a livello locale e nazionale, sul tema del diritto alla casa, fissando dei punti fermi ed imprescindibili ben individuati nell’articolato della Legge: il ripristino della legalità, mai più italiani di serie B, case popolari solo ai cittadini onesti, nessun diritto alla casa per chi offende la nazione e le sue istituzioni, maggiori tutele per le vittime di violenza domestica, tolleranza zero per chi si rende responsabile di allacci abusivi alle utenze, lotta alla dispersione scolastica, tutele nei confronti dei genitori separati”.

Lascia un commento