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Mentre la popolazione è giustamente in preda alla preoccupazione per l’assoluta mancanza di certezze sul piano vaccinale, mentre i tamponi non possono ancora essere processati ad Avezzano poiché sul macchinario destinato al nosocomio marsicano non si hanno notizie certe, Marsilio, Biondi e D’Eramo trovano per la prima volta una unità di intenti nella pandemia e lo fanno proprio nella guerra al Manager Asl Testa nominato da loro.
Intanto la situazione al nosocomio del capoluogo è sempre più drammatica anche sul versante delle altre patologie. Sono stato infatti invitato da alcuni cittadini a toccare con mano le peripezie che alcuni di loro devono subire per recarsi periodicamente o ad Avezzano o a Sulmona per sottoporsi agli esami con il macchinario per la Moc che da più di un anno e mezzo non è disponibile a L’Aquila. Un disagio che in piena pandemia ha il solo risultato di vedere aumentare esponenzialmente le rinunce alla diagnostica da un lato e aumentare le liste d’attesa sul territorio dall’altro.
Il fatto più grave è che questo macchinario non è mal funzionante o rotto, ma semplicemente, così pare, sprovvisto di adeguati locali dove essere installato. Si tratta di un macchinario in grado di diagnosticare ma anche di predire il rischio di fratture osteoporotiche, tra cui quella dell’anca, una tipologia di frattura che ha rilevanti conseguenze sia in termini di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi da pagare in termini sia sanitari che sociali. Ho pertanto scritto una lettera al manager Testa e al direttore sanitario Mascitelli affinché si adoperino con tutte le loro energie alla riattivazione del servizio facendo conoscere quali sono le cause impeditive e, qualora servisse, coinvolgendo la politica perché contribuisca per parte propria alla soluzione.

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