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È un momento buio per la Regione Abruzzo. Quando si leggono notizie che mettono in relazione politica e reati contro la cosa pubblica lo Stato perde sempre. Sono un convinto sostenitore della legalità e dell’incorruttibilità, e credo fermamente che chi svolge un ruolo pubblico debba essere fonte di ispirazione ed esempio per questi valori. Invece la cronaca degli ultimi giorni ci racconta una realtà ben diversa, in cui la commistione tra interesse privato e bene pubblico sembra faccia da padrone in Abruzzo. Vicende nebulose, oscure che si insidiano nei comparti più sensibili e che in alcuni casi giungono a un epilogo drammatico, mettendo in luce tutta la fragilità di un sistema malato che deve essere contrastato in ogni modo. La Regione è un’istituzione territoriale, a stretto contatto con i cittadini, forse quella che dopo il Comune più di tutte guarda negli occhi i propri elettori e sostenitori. Che sono persone, ricordiamolo, e non pacchetti di voti da scambiare come figurine mettendo in palio regali o favori. Che sono cittadini, ribadiamolo, con diritti imprescindibili che noi dovremmo tutelare e garantire. Chi non ha ben chiari questi concetti e oggi siede sui banchi delle istituzioni, forse dovrebbe fare un passo indietro. Ma so già che non avverrà.
Ringrazio ancora una volta gli inquirenti che fanno luce lì dove si spegne il lume dell’onestà e del buon senso di ognuno di noi. Non mi stancherò mai di ribadire che è proprio grazie agli uomini e allo donne dello Stato, che combattono la corruzione e i sistemi mafiosi che siedono, purtroppo, anche sui banchi delle istituzioni, se abbiamo la speranza di far crescere i nostri figli in un Paese diverso. A loro il mio sostegno, sempre.

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