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Si profila la chiusura, a settembre prossimo, della storica casa-albergo Cercone di Caramanico a causa della grave crisi economica causata dalla chiusura delle Terme.Su questa situazione è intervenuto il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, ha deciso di portare il caso all’attenzione del Consiglio regionale protocollando un’interpellanza indirizzata al Presidente Marsilio, all’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì e all’Assessore alle attività produttive, Daniele D’Amario.  “Le Terme di Caramanico hanno rappresentato un vero e proprio motore per l’economia del comune e di tutto il territorio circostante – afferma Pettinari – ma a quanto pare la sua chiusura, e tutti i danni conseguenti, non sono nell’agenda delle priorità di Regione Abruzzo. Sono infatti trascorsi circa tre anni da quando una profonda crisi aziendale ha decretato la chiusura delle Terme di Caramanico, con conseguenze economiche devastanti per l’intero territorio: la crescita turistica, economica e urbanistica, che negli anni si è sviluppata intorno alle strutture del termalismo, hanno subito una pesante retrocessione, favorendo lo spostamento dei flussi dei clienti verso altre strutture termali fuori dall’Abruzzo. L’Associazione degli albergatori, in numerose occasioni, ha rappresentato la sofferenza delle attività imprenditoriali e le conseguenti difficoltà in cui versano tutte le famiglie che, a vario titolo, sono impegnate nel settore. Si parla della distruzione di anni di sacrifici e di investimenti di cittadini che nelle aree interne hanno deciso di crederci non abbandonandole, eppure oggi si vedono lasciati soli. Agli albergatori si uniscono i commerciati, preoccupati anch’essi della mancata riapertura delle Terme e della scarsità di informazioni sul futuro della struttura. A questo punto ci chiediamo a cosa siano serviti i numerosi incontri che si sono susseguiti alla presenza del Presidente Marsilio, all’allora assessore Mauro Febbo, al presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri e all’ingegner Franco Masci, in rappresentanza della proprietà. Incontri in cui dovrebbero essere state presentate “Le linee guida del piano di ristrutturazione e di rilancio dell’impianto termale”, finalizzate al rilancio dell’intera struttura e il riassorbimento delle maestranze. Sempre in quegli incontri si sarebbe deciso di attivare un tavolo permanente per vigilare e sostenere il nuovo Piano di sviluppo delle Terme di Caramanico. Ma di risultati, o anche solo di iniziative, non ci sono notizie. Tutto questo mentre la Giunta Regionale, seppur a conoscenza della grave crisi che sta funestando l’intero comprensorio di Caramanico, ha ritenuto di dover approvare una Convenzione pluriennale con la Società Sportiva Calcio Napoli per l’organizzazione dei ritiri estivi precampionato della squadra per gli anni 2020/2025 presso il Comune di Castel di Sangro (AQ). Un’ingiustizia e un utilizzo delle risorse pubbliche senza visione e a vantaggio di un solo territorio. Un vantaggio che comunque rimane tutto da dimostrare tanto che i magistrati della Procura della Corte dei Conti dell’Aquila hanno addirittura contestato alla Regione Abruzzo l’accordo, da oltre 14 milioni di euro. A oggi non sono state messe in atto dalla Giunta Regionale azioni che consentano la riapertura delle Terme e che permettano all’intero comprensorio di ritornare a vivere. Inoltre, non risultano in essere azioni che consentano ai circa 200 lavoratori di poter tornare a svolgere la loro occupazione. Nella mia interpellanza ho voluto anche chiedere se la Giunta Regionale abbia la volontà di destinare almeno il 50% dei 14.000.000,00 di euro assegnati alla squadra del Napoli Calcio, fino al 2031, al Comune di Caramanico Terme, affinché si possa intervenire in modo incisivo per dare una dignitosa soluzione sia ai lavoratori, diretti e stagionali,  che dipendono dalla riapertura delle Terme, sia alle strutture alberghiere che agli esercizi commerciali: una ventina fra alberghi e pensioni, oltre a numerosi B&B e affittacamere, che danno lavoro a diverse centinaia di persone nel periodo estivo. E infine se, la procedura fallimentare di un soggetto privato possa impedire e condizionare le scelte politiche di sviluppo e di rilancio di un territorio da parte dell’attuale Giunta Regionale. Sono domande che a distanza di anni di inerzia e silenzio meritano una risposta. Noi continueremo a porle a chi di dovere fin quando a tutto il territorio non sarà ridata la sua dignità e la possibilità di continuare a essere una perla preziosa della Val Pescara in termini di turismo termale e non solo” conclude Pettinari.

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