banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner

“Nella filiera istituzionale dimentichiamo che è essenziale il livello intermedio e indispensabile un collegamento tra la regione e singoli territori. Registriamo in Abruzzo una crescente difficoltà dei comuni, spesso di piccole dimensioni, a rapportarsi con gli organi istituzionali di livello superiore, orfani delle province che provvedevano alla mediazione delle principali questioni territoriali. Oggi, la legge Delrio, come una mannaia, ha relegato le Province allo svolgimento delle sole funzioni di viabilità ed edilizia scolastica”.Così il presidente della provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, presidente dell’UPI (Unione delle province italiane) d’Abruzzo, sull’incontro promosso dall’Upi per avviare, a livello nazionale, confronti con le singole Regioni unitamente ai Presidenti delle rispettive Province al fine di “affrontare, anche a livello territoriale, la priorità ormai evidente di un intervento di riordino della disciplina delle province finalizzato a superare i limiti e la precarietà della legge 56 del 2014”. Presenti ieri in videoconferenza, il presidente dell’UPI, Michele De Pascale, il presidente della Giunta della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e lo stesso Caruso. Caruso ha definito “positiva l’apertura di Marsilio, alla proposta di sostenere il dibattito nazionale condotto dall’UPI sulla revisione della legge n. 56/2014, per restituire un assetto dignitoso alle province sia sul piano ordinamentale sia sul piano delle competenze, attraverso la riassegnazione di funzioni che vanno anche oltre quelle indicate dalla legge Delrio e la disponibilità ad avviare un tavolo territoriale per la revisione della legge regionale n. 32/2015, attuativa della riforma Delrio”. “È indispensabile avviare un percorso condiviso di riordino delle funzioni locali in Abruzzo, allineare la normativa regionale al panorama nazionale, lasciare alla Regione l’attività di organo programmatico e legislativo. Le Province, oggi confinate in un limbo, potrebbero essere destinatarie di funzioni delegate o acquisirne altre di rilevanza economica, riequilibrando l’assetto istituzionale nella sua dimensione di adeguatezza ed efficienza dei servizi, aspettative che avvertiamo prima di tutto perché, noi presidenti di province, siamo sindaci, ma fortemente richieste anche dai singoli cittadini – conclude Caruso. “Il fallimento della riforma Costituzionale che non ha abrogato le province ma le ha lasciate, di fatto, in una situazione di incertezza,- dichiarano i presidenti delle Province di Chieti, Mario Pupillo, di Pescara, Antonio Zaffiri, e di Teramo, Diego Di Bonaventura – impone oggi alle Regioni di ripensare le scelte fatte in attuazione della legge Delrio e di orientare legislazione a ripensare un percorso di valorizzazione delle province per attribuire funzioni di area vasta e di supporto ai comuni, nella prospettiva di agevolare il sistema dei governi locali a beneficio delle comunità territoriali”.

Lascia un commento