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SULMONA – Impostare la sanità come un progetto di coesione territoriale di vasta area. Lo chiede a gran voce l’associazione Ripensiamo il Territorio che torna a parlare di ospedale diffuso Castel di Sangro- Popoli-Sulmona. Secondo l’associazione questo “è il momento più grave ma anche favorevole in cui cogliere l’opportunità di ridiscutere con la regione sulla base di una franca e costruttiva riflessione comune, rendendola proposta di rilancio di capacità progettuale del nostro territorio unito”. “Abbiamo da tempo lanciato il tema dell’area vasta che dovrebbe viaggiare di pari passo con l’iniziativa obiettivo del tavolo dei sindaci, dei cento giorni dall’elezioni, nel quale confrontarsi, individuare la visione unitaria del Centro Abruzzo con tutte le opportunità che ne possono derivare. Gli eventi richiedono forse una qualche accelerazione, viste le condizioni della nostra sanità territoriale”, rilevano da Ripensiamo il Territorio che invita gli amministratori a “riaprire la discussione sull’ospedale diffuso, forti dell’impostazione europea e dei principi della coesione territoriale che ne conseguono e che prevedono, secondo i suoi dettami sacrosanti, che dal Baltico a Milazzo, passando per l’Appennino e le sue aree interne peculiari, ciascun cittadino debba essere messo in condizioni di usufruire degli stessi servizi”. “Forza Sulmona, Popoli, Castel di Sangro e si coinvolgano Pratola Peligna e tutti gli altri centri del territorio con i suoi 90.000 abitanti. L’unione fa la forza”, chiosano dall’associazione.

Andrea D’Aurelio

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