Il diktat romano al grido: “massacriamo i risultati del superbonus per salvarci la faccia”, dev’essere arrivato, seppur con un giorno di ritardo, anche al Presidente Marsilio che finalmente accenna qualche parolina in politichese per rispondere al pasticciaccio del suo Governo sui bonus edilizi. Sembra, infatti, Marsilio abbia scelto, di appoggiare il suo Governo piuttosto che le imprese abruzzesi sostenendo di stare da mesi a lavoro con il Governo per salvare “i diritti acquisiti e la buona fede di chi si è fidato dello Stato”. Marsilio, forse, dovrebbe farsi ascoltare di più dal suo Governo, perché dopo il lavoro di “mesi” il risultato è sotto gli occhi di tutti: Superbonus depotenziato ai minimi storici e blocco della cessione dei crediti per gli Enti locali.
Crediamo che in buona fede siano stati tutti quei cittadini che si sono fidati della propaganda di Giorgia Meloni in campagna elettorale, quando parlava di “salvare il superbonus” per poi renderlo praticamente inaccessibile alla quasi totalità degli italiani e stoppare lo sblocco dei crediti da parte degli enti locali.
Inoltre, quello che si decide a Roma, il Presidente di Regione dovrebbe riportarlo meglio alla sua maggioranza abruzzese. Fino all’altro ieri, infatti, Sospiri, Campitelli e Quaglieri esprimevano entusiastici commenti sul Superbonus e sui numeri in positivo che questo provvedimento ha rappresentato anche per l’Abruzzo e dalle loro pubbliche dichiarazioni sembravano fermamente convinti che l’acquisto dei crediti per gli enti locali fosse un ottimo intervento e a costo zero per le casse della Regione.
La verità è che ormai il re è nudo e questa narrazione sulle casse dello Stato saccheggiate dal Superbonus, che probabilmente viene esasperata per salvare un minimo di credibilità, è chiaramente smentita dai numeri. Il Superbonus è una misura che ha risollevato la nostra economia generando 900mila nuovi posti di lavoro e contribuendo alla crescita del PIL nel 2021 e 2022 per almeno il 20%.