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Incastonato nella roccia a 700 m d’altezza, nel comune di Roccamorice, si trova uno dei luoghi più affascinanti d’Abruzzo, l’Eremo di San Bartolomeo in Legio.

Un luogo imperdibile, ideale per riconciliarsi con la natura e con lo spirito.

Fu costruito sotto un ampio tetto di roccia nel XIII sec. da Pietro da Morrone, su un sito di un precedente insediamento.

Vi si accede attraverso due sentieri: il primo, scendendo da Valle Giumentina, permette di vedere l’eremo sul versante opposto mimetizzato nella roccia; il secondo, scendendo da Roccamorice, termina con una breve ma suggestiva galleria scavata nella pietra che immette nel camminamento antistante all’oratorio.

L’eremo è costituito da una cappella e da due vani destinati agli eremiti.

L’accesso può avvenire tramite quattro differenti scale, interamente scavate nella roccia.

La scala a Sud, più lunga e irregolare rispetto alle altre, prende il nome di “ Scala Santa”.

La facciata della chiesa presenta tracce di affreschi severamente danneggiati dalle intemperie e dalle iscrizioni che ne hanno graffiato la superficie.

Al suo interno, la nicchia dell’altare ospita una statua lignea di San Bartolomeo, raffigurato con un coltello dato che subì il martirio dello scorticamento, mentre sotto una pietra squadrata vi è una piccola risorgiva di acqua che la tradizione attribuisce a un miracolo del Santo, che la fece sgorgare picchiando per terra con un catenaccio della chiesa.

L’eremo è sempre aperto e molto frequentato, specie in occasione della festa che cade ogni 25 agosto.

In questo giorno, i tanti fedeli partono a piedi nelle prime ore del mattino per raggiungere l’eremo, dove, nella piccola chiesetta viene celebrata la Santa Messa per poi dar vita ad una caratteristica processione, nella quale la piccola statua viene passata nelle braccia dei fedeli che la vogliono portare fino alla chiesa parrocchiale di Roccamorice dove vi dimorerà per circa un mese, prima di essere ricondotta all’eremo.

 

Marcella Mastrogiuseppe

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