L’azienda farmaceutica Angelini Pharma dona all’ateneo aquilano strumenti e apparecchiature tecniche dei propri centri di ricerca di Pomezia (Roma): si tratta di microscopi ottici, spettrofotometri, termoblocchi per microbiologia, cappe a flusso laminare, glove box e sistemi automatizzati per la gestione delle piastre biologiche. La scelta di Angelini Pharma è ricaduta sull’Università dell’Aquila per sostenere la crescita dei giovani ricercatori e valorizzare i loro talenti: si è scelto l’ateneo aquilano per il suo contributo alla crescita culturale, sociale ed economica del territorio, degli studenti e dei ricercatori, e pensando alla tragedia di 12 anni fa quando l’Aquila è stata colpita dalla scossa di terremoto che devastò l’Abruzzo. “Con questa donazione abbiamo voluto manifestare la vicinanza alla città dell’Aquila e in particolare al mondo giovanile universitario” afferma Lorella Ragni, Global R&D PLCM Executive Director. “Investire sulle università è scommettere sul futuro del paese: è per noi un onore sostenere e promuovere la crescita dei giovani brillanti ricercatori di domani”. Il progetto di donazione ha visto come principali interlocutori per l’Università degli Studi dell’Aquila il Professor Armando Carlone, docente di chimica organica, e il Professor Giuseppe Celenza, docente di biochimica e biologia molecolare clinica. “Ringraziamo Angelini Pharma – dichiarano i due – per questa donazione e per l’energia e l’entusiasmo con cui hanno condotto l’operazione. Questo concreto gesto di generosità rappresenta un modello di come le relazioni e la creazione di reti tra aziende e istituzioni accademiche e di ricerca possano tradursi in immediati benefici per la comunità scientifica e il territorio intero”. “Il trasferimento al nostro Ateneo di strumentazioni scientifiche di così alto valore – afferma il Rettore Professor Edoardo Alesse -, è un atto di tangibile riconoscimento della qualità della nostra attività di ricerca. Ringrazio Angelini Pharma per una donazione molto importante che consentirà ai nostri giovani studiosi di poter disporre di tecnologie scientifiche che gioveranno sicuramente anche all’avanzamento degli standard della propria formazione universitaria”.