SULMONA – Un’intera città ancora scossa per la morte di Luca D’Andrea, esperto alpinista, trovato cadavere sul Monte Camicia nel Gran Sasso. E’ stata sufficiente la ricognizione cadaverica esterna al magistrato per riconsegnare i corpi alle rispettive famiglie per poter celebrare le esequie che si svolgeranno domani alle ore 16 con il rito civile al Cimitero di Sulmona. Il pm non ha infatti ritenuto necessario svolgere l’autopsia. I corpi delle vittime sono all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo dove sono già arrivate tantissime persone, tra parenti e amici dei due alpinisti. Luca D’Andrea ha frequentato la montagna fin da bambino, con genitori e fratelli. Così chi lo conosceva racconta del grande legame tra Luca D’Andrea, l’abruzzese morto durante una scalata sul Gran Sasso con Roberto Iannilli, e la montagna. A Sulmona, la sua città , lo ricorda come grande appassionato di montagna, avendo scalato vette come Marmolada, Sella e fino a partecipare a spedizioni internazionali come l’ultima in Patagonia. Gli amici lo descrivono come “persona di straordinaria bontà , gentile con tutti, sempre sorridente, da tutti stimato, per la sua riservatezza, la sua giovialità ed educazione”. Non è stato mai spericolato, ma sempre prudente nelle sue scalate. L’ultima volta in città è stato visto lunedì pomeriggio, al bar con alcuni amici. Per il Gran Sasso è partito martedì e ieri sera doveva tornare a Sulmona. Non era sposato ed era iscritto fin da ragazzo alla sezione Club Alpino Italiano di Sulmona. La sua morta ha steso un velo di tristezza per tutta la città .
Andrea D’Aurelio