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SULMONA. Il lotto, a suo dire, aveva perso la sua capacità edificatoria per la costruzione di una quarta palazzina. Ma il giudice del Tribunale di Sulmona, Giulia Sani, ha respinto il ricorso dell’imprenditore, Antonio Rubeo, sulla cosidetta “cittadella sanitaria” di via Buco della Grotta. Rubeo aveva trascinato in giudizio il Comune di Sulmona e le imprese che operano nell’area, chiedendo un maxi risarcimento di 900 mila euro: la Casa Funeraria Caliendo Celestial, Nuage Srl, New Deal Srl, Centro Servizi Asfodeli Srl, Ponte Nuovo Srl. Oggetto della diatriba è l’autorizzazione a costruire relativa al progetto in variante al planovolumetrico già approvato, necessaria per l’edificazione. L’imprenditore ha avanzato una serie di rivendicazioni urbanistiche per il lotto ricadente in via Buco della Grota. Con le sue società Rubeo era proprietario della maggior parte dei terreni ricompresi nel lotto in questione. Lì aveva venduti a terzi, per poi lamentare che l’area ha perso “la capacità edificatoria prescritta dalla legge perché l’ente avrebbe omesso delle verifiche sui permessi a costruire”. Una tesi del tutto infondata secondo il giudice Sani che non solo ha respinto in toto i motivi del ricorso ma ha condannato l’imprenditore a pagare circa 150 mila euro delle spese di lite in favore degli imprenditori che ha citato in giudizio. “Le indagini svolte e le conclusioni raggiunte dalla consulenza tecnica d’ufficio consentono di affermare che la denunciata sottrazione di capacità edificatoria non si è mai realizzata in quanto Fir (la società di Ruber,ndr) non disponeva della superficie fondiaria utile prevista dalla normativa urbanistica”- si legge in un passaggio della sentenza della Sani. Ricorso respinto e niente risarcimento

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