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Sarebbe stata una domenica, quella prossima, che avrebbe fatto felici ristoratori e fiorai. Da tanto non si accavallavano due feste, San Valentino e Carnevale. E sarà la stessa domenica che segnerà, come un semaforo, arancione/rosso per la nostra regione.

carnevale

Un crack di 1,7 miliardi quello del settore florovivaista a causa dell’emergenza covid.

“La festa di San Valentino è il primo tradizionale appuntamento per far ripartire gli acquisti di piante e fiori in Italia e salvare imprese e posti di lavoro nell’ambito di un settore strategico per tutto il Paese – dice Coldiretti Abruzzo – nella nostra regione, fornisce una Plv di circa 50milioni di euro annui su 385 ettari dedicati tra serre e piano campo per un totale di circa 250 aziende specializzate. Allo stato attuale in Abruzzo sono circa 2.500 gli addetti che ruotano intorno al florovivaismo che tuttavia ha pagato un prezzo pesantissimo alla crisi causata dalla pandemia. Si è trattato si un vero e proprio tsunami senza precedenti nella storia dell’Italia dove per effetto delle misure di sicurezza anti virus e dei timori legati al contagio sono stati azzerati eventi pubblici, fiere e assemblee, cresime, comunioni, battesimi e sposalizi che, solo considerando il periodo gennaio-ottobre 2020, sono diminuiti del 50,3% rispetto allo stesso periodo del 2019 secondo l’analisi di Coldiretti su dati Istat. Per salvare imprese e posti di lavoro sono necessari interventi urgenti e concreti su tutte le scadenze, fiscali e non, per la gestione dei dipendenti e l’accesso agli ammortizzatori sociali – sottolinea Silvano Di Primio, presidente di Coldiretti Abruzzo –  a livello nazionale abbiamo chiesto indennizzi a fondo perduto per coprire i danni subiti dalle imprese e garantire la liquidità necessaria a ripartire con i nuovi cicli produttivi, esonerando il settore dal pagamento di imposte e tasse e dei contributi previdenziali e assistenziali. Ma vanno inoltre potenziate nelle risorse e allargate ad una platea più vasta le misure previste per il Bonus Verde, oltre a rilanciare le esportazioni attraverso una adeguata attività diplomatica per la rimozione dei blocchi fitosanitari che ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni paesi. Capitolo importante è anche l’apertura di nuovi mercati e ci sono grandi aspettative dal Recovery Plan: digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici. “si tratta di assi strategici di intervento – conclude Di Primio – per dare sostenibilità alla crescita e garantire la sicurezza ambientale del Paese e della nostra regione”.

 

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