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SULMONA – Caso archiviato senza colpevoli. Si chiude così l’inchiesta sull’incendio doloso nell’area Pastorina del Cogesa, la partecipata che gestisce il servizio rifiuti nel centro Abruzzo. Nel corso delle indagini preliminari non sono emersi elementi o indizi per dare un volto o un nome agli autori del rogo, che aveva distrutto parte del parco mezzi della società peligna. Per questo la procura di Sulmona, che aveva aperto un fascicolo contro ignoti, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari del tribunale ovidiano di archiviare il caso. Il gi, spiega il quotidiano Il Centro, ha posto la parola fine su una vicenda che aveva creato non poca preoccupazione tra gli ambienti della partecipata e non solo. I fatti risalgono alla notte del 24 novembre 2018 quando tre mezzi per lo spazzamento dei rifiuti erano stati completamente distrutti dalle fiamme mentre uno era stato seriamente danneggiato. L’incendio, in particolare, si era sviluppato intorno alla mezzanotte nella struttura adibita a parcheggio, nella località di Noce Mattei, dove ha sede la discarica del Cogesa, finita in seguito nel mirino dei comitati e della magistratura per i miasmi. Le fiamme erano divampate in un’area buia, senza telecamere, lontana dalla zona di stoccaggio vero e proprio che, invece, era ed è controllata da un custode di notte. Sulla natura dolosa dell’incendio si erano espressi i vigili del fuoco di Sulmona, chiamati in piena notte a spegnere il rogo. Dai rilievi effettuati dai pompieri, finiti poi sul tavolo della procura e dei carabinieri, che si occuparono delle indagini, era venuto fuori che il rogo aveva avuto due inneschi a distanza tra loro, uno all’interno del capannone e uno all’esterno. Sul luogo dell’incendio erano state rinvenute tracce di combustibile. Gli accertamenti dei vigili del fuoco e dei militari non si erano concentrati solo sulla dinamica dell’innesco, ma anche sulla tenuta statica del capannone che custodisce i mezzi del Cogesa. I carabinieri, su disposizione del magistrato, avevano sentito i vertici del cogesa, compreso l’ex amministratore unico, Vincenzo Margiotta e alcuni dipendenti. La lunga indagine non è bastata per risalire agli autori dell’incendio che erano e sono rimasti ignoti tanto è che, dopo l’archiviazione del procedimento penale, la procura ha dissequestrato i mezzi distrutti dalle fiamme che, seppur inutilizzabili per il servizio di raccolta differenziata, sono tornati nelle mani del Cogesa. Ma l’episodio di novembre 2018 non fu l’unico atto intimidatorio nei confronti della partecipata e dei suoi dipendenti. Il primo febbraio 2019 era stata incendiata l’auto del responsabile tecnico, Stefano Margani, parcheggiata sotto la sua abitazione ad Introdacqua. Mentre il 22 luglio 2022 era stata presa di mira la discarica con un rogo che si era esteso su un’area di circa 400 metri quadrati

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